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LAURA PARRIVECCHIO

LA PRATICA DEL RIUSO COME STRUMENTO DEL PROGETTO DI ARCHITETTURA

Abstract

La città contemporanea è una realtà eterogenea creata da un insieme di diversi e discontinui ambienti in cui il tempo e l'azione umana sono resi espliciti. Poiché gli ambienti sono configurati come vuoti urbani, spazi interstiziali situati in vari modi all'interno di città costituite da centri storici, aree industriali dismesse, complessi residenziali suburbani, a cui si aggiungono i numerosi edifici e spazi abbandonati. La presenza di un numero considerevole di edifici in disuso in città pone alcune domande che sono difficili da dare risposte univoche, vale a dire: la qualità di questi edifici abbandonati, il loro significato e le ragioni per cui dovrebbero essere mantenuti. Intervieni quindi nei luoghi dell'abbandono? Restituisci un ruolo, un senso, una forma compatibile con la realtà presente in questi luoghi? Alberto Ferlenga scrive del progetto di riutilizzo come una vecchia storia di trasmissioni, nel tempo, di artefatti e successo. «La possibilità che ciò che esiste sia il terreno principale di applicazione del nuovo è senza dubbio un imperativo della nostra epoca [...]. Il riciclaggio di parti della città dovrebbe offrire l'opportunità di riflettere [...] su come l'adattamento attraverso aggiunte o aggiunte di edifici architettonicamente obsoleti ma strutturalmente intatti può cambiare l'aspetto e la vivibilità di interi quartieri »(Ferlenga, 2015, 50-51). L'obiettivo del contributo è infatti quello di evidenziare che il progetto di riutilizzo - su scala architettonica - ha incoraggiato la trasformazione dei luoghi, poiché è stato concepito come un precursore e l'inserimento di nuovi elementi costruttivi in ​​un dialogo osmotico continuo.