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LAURA PARRIVECCHIO

Il progetto di architettura nella città contemporanea

Abstract

Città contemporanea, abitare, riformulazione urbana, rappresentano un insieme nel quale continui studi e approfondite sintesi sono necessari per rendere più chiari i termini delle loro relazioni e i possibili scenari futuri. La città contemporanea chiama in causa una molteplicità di modelli insediativi che sfugge a logiche interpretative omogenee in quanto basati sulla sedimentazione di storie e percorsi sociali molto differenti; distribuiti in vario modo all’interno di un territorio fatto di centri storici, aree industriali dismesse, complessi residenziali periferici. Necessario risulta chiedersi quali siano oggi i linguaggi più idonei ed efficaci della ricerca architettonica ad intersecare la dirompente ed impetuosa metamorfosi del paesaggio contemporaneo. Oggi, nonostante sia indispensabile formulare nuove architetture per sperimentare nuovi linguaggi, si tende a realizzare architetture dell’”apparire”, stupire, che fa del collage il meccanismo di composizione preferito come riflesso alla realtà frammentata e spezzata. L’attuale moltitudine di segni non riesce ad elaborare luoghi in grado di definire sistemi di spazio che corrispondono alle aspettative dell’abitare. Heidegger nel suo saggio “Costruire, abitare, pensare” si pone la domanda di come si perviene all’abitare. La risposta parte dalla definizione del termine che vuol dire: rimanere, trattenersi; infatti all’abitare si perviene attraverso il costruire. “Per pensare, disegnare, costruire l’architettura occorre conoscerla. Conoscerla significa prima di tutto abitarla, [...] per valutare in che modo essa affronti la prova del contesto”. L’architettura raggiunge la sua realtà attraverso la costruzione materiale, essa è quindi obbligata a interagire con il contesto che accoglierà il futuro edificio. Questo è il motivo per cui l’architettura dovrebbe ambire ad essere appropriata, attraverso il riconoscimento dei caratteri del luogo e il discernimento di cosa dovrà essere mantenuto, eliminato o potenziato, e cosa dovrà manifestarsi nella nuova realtà che emergerà dopo la costruzione. E’ necassario che anche la programmazione urbanistica segua questa linea di intervento ispirandosi non ad uno scopo particolare bensì ad uno scopo sociale globale in modo tale da non degenerare nel caos o da ostacolarne la produzione architettonica individuale. "Il progetto di architettura insieme alla programmazione urbanistica devono quindi rappresentare un’occasione per disvelare il senso della storia delle città attraverso lo studio delle sue permanenze, modificazioni, ultimi interventi; rimandando al rapporto architettura-città attraverso un percorso di conoscenza necessario per una trasformazione coerente".