Pigmentazioni dentarie da clorexidina: una revisione critica
- Authors: Pizzo, Giuseppe; Buttacavoli, Fortunato; Giuliana, Giovanna
- Publication year: 2020
- Type: Articolo in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/439469
Abstract
OBIETTIVI Obiettivo di questo lavoro è proporre una revisione critica della letteratura sulle pigmentazioni orali indotte dalla clorexidina, in particolare sul meccanismo di formazione delle pigmentazioni, sulla loro prevalenza, sui fattori che ne influenzano l’insorgenza e la gravità e sull’efficacia clinica del sistema antipigmentazione a base di sodio metabisolfito e di acido ascorbico (ADS). MATERIALI E METODI È stata effettuata una ricerca bibliografica utilizzando in combinazione le seguenti parole chiave: Chlorhexidine, Mouthwash, Staining, Anti-Discoloration System, Gingivitis, Plaque. Sono stati presi in considerazione articoli scientifici e revisioni della letteratura in inglese, in tedesco e in italiano. La valutazione della letteratura sull’efficacia dell’ADS è stata effettuata su 12 studi clinici randomizzati e controllati che valutavano l’efficacia antipigmentante e l’effetto sulla placca e sulla gengivite di collutori contenenti clorexidina e ADS disponibili in commercio sul mercato italiano. Non sono stati presi in considerazione gli studi clinici che hanno testato sistemi antipigmentazione diversi dall’ADS. RISULTATI Sono stati presentati i meccanismi coinvolti nella formazione delle pigmentazioni (reazione di imbrunimento non enzimatico di Maillard, formazione di solfuri di ferro e stagno, precipitazione di cromogeni alimentari, suscettibilità individuale) e la loro prevalenza. I fattori che influenzano insorgenza e gravità delle pigmentazioni sono rappresentati dalla concentrazione della clorexidina, dalla presenza di placca sulle superfici dentarie, dall’assunzione di cibi e bevande cromogene e dal fumo di tabacco, veicolo di sostanze cromogene. L’ADS è un sistema antipigmentazione brevettato a partire dal 2003 e presente in collutori contenenti clorexidina commercializzati in Italia. La sua azione antipigmentante si esplica mediante ini-bizione della reazione di imbrunimento non enzimatico e della for-mazione di solfuri metallici cromogeni. La maggior parte degli studi ha evidenziato che il collutorio contenente ADS è efficace nell’inibire la formazione di pigmentazioni, mantenendo sia l’attività antiplacca che quella inibente l’infiammazione gengivale. Una recente metanalisi, condotta su risultati ottenuti da studi clinici che testavano anche sistemi alternativi all’ADS, ha confermato tali risultati, con qualità delle prove da debole a moderata. CONCLUSIONI Dall’analisi dei 12 studi presi in esame emerge una rilevante variabilità metodologica, che potrebbe essere responsabile della non univocità dei risultati, con particolare riferimento all’attività antiplacca. Sono auspicabili ulteriori studi randomizzati e controllati con disegno omogeneo, soprattutto in relazione alla sospensione delle manovre di igiene orale durante l’utilizzo del collutorio, al controllo dei cromogeni alimentari, al timing della rilevazione degli indici e all’inclusione di pazienti parodontopatici o sottoposti a chirurgia parodontale. SIGNIFICATO CLINICO I risultati di una recente metanalisi indicano che i sistemi antipigmentazione contenuti nei collutori sono efficaci nel prevenire la formazione di pigmentazioni soltanto quando l’uso del collutorio non è associato alle manovre di igiene orale domiciliare (prove di qualità moderata). La metanalisi indica altresì che l’aggiunta di un sistema antipig¬mentazione non influenza negativamente l’efficacia clinica della clorexidina (prove di qualità da debole a moderata).