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FRANCO PALLA

XX Colloquio AISCOM

Abstract

In questi ultimi decenni la ricerca scientifica ha fornito numerose innovazioni applicabili nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali e, come presentato nel congresso internazionale Molecular Biology and Cultural Heritage (Seville-2003, ES), le biotecnologie possono fornire numerosi protocolli applicativi. In particolare, le indagini molecolari implementano e completano la rivelazione e identificazione delle specie microbiche presenti sia sulla superficie dei manufatti sia nell’aerosol dogli ambienti in cui sono conservati/esposti. Alcune specie batteriche e fungine, sono in grado di rilasciare sui manufatti e nell’ambiente circostante, i prodotti delle loro attività metaboliche inducendone il biodeterioramento. Inoltre, la ricerca biotecnologica ha permesso di purificare nuove molecole bioattive1 o isolare taxa batterici in grado di idrolizzare e facilitare la rimozione di strati indesiderati presenti sulla superficie di manufatti (biocleaning) e, ancora, batteri utilizzabili per consolidare (bioreinforcing) manufatti lapidei degradati. Infine, permettono di identificare le specie batteriche e fungine potenzialmente pericolose per la salute di operatori/fruitori, perché in grado di rilasciare macromolecole (frammenti cellulari, pro-tossine) nell’aerosol di ambienti espositivi o preposti alla conservazione.