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GUIDO NOTO LA DIEGA

Cloud Computing e protezione dei dati nel web 3.0

Abstract

Il cloud computing è un ritrovato deputato all'archiviazione, elaborazione e uso di dati su computer remoti, grazie al quale gli utenti hanno a disposizione una potenza di elaborazione quasi illimitata, non sono tenuti ad investire grandi capitali per soddisfare le proprie esigenze e possono accedere ai loro dati ovunque sia disponibile una connessione Internet. Il presente scritto si propone di contribuire ad una migliore comprensione della nuova tecnologia e alla ricostruzione dell'attuale (invero scarno) quadro giuridico, ciò che può aiutare a superare i principali problemi posti dalla nuvola al diritto dei privati e riconducibili, primariamente, alla protezione dei dati, al diritto dei contratti e agli IPRs. Dando conto dei principali atti normativi italiani ed europei in materia, ci si concentrerà soprattutto sul primo profilo per almeno due ordini di ragioni, variamente interrelate. Da una parte, perché, pur mancando una disciplina organica che risolva tutte le questioni giuridiche connesse al cloud, uno studio complessivo dei frammenti normativi rivela che il campo della protezione dei dati è quello in cui la produzione normativa è più cospicua. Dall'altra parte, perché le paure circa la sicurezza dei dati archiviati nella nuvola costituiscono il principale freno alla diffusione della tecnologia in esame. Nonostante la dimostrata rilevanza del cloud, è stato notato che i legislatori e le istituzioni sono ancora confusi su ciò che la nuvola informatica realmente può significare per la società dell’informazione: i giuristi sono quindi chiamati al compito improcrastinabile di (ri)costruire un framework normativo adeguato alle nuove sfide, tale da resistere al «digital tsunami», non rinunciando a preservare la coerenza del sistema.