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GUIDO NOTO LA DIEGA

The Law of Service Robots

  • Autori: Noto La Diega, G; Alovisio, M; Artusio, C; Blengino, C; Ciurcina, M; Gallus, GB; Pagallo, U; Senor, MA; Travostino, M; Vaciago, G
  • Anno di pubblicazione: 2014
  • Tipologia: Altro
  • Parole Chiave: Robots, drones, remotely piloted aerial systems, ENAC, liability, privacy, data protection, commons, intellectual property, digital forensics, cyber-security, criminal liability,
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/126944

Abstract

Il settore della robotica attiene alla progettazione e costruzione di un complesso variegato ed eterogeneo di macchine, quali robot, soldati e chirurghi, sistemi automatizzati di trasporto aereo, terrestre e marittimo, applicazioni industriali nell’ambito manifatturiero o nella agricoltura, robotica di servizio e altro ancora. Si tratta di un settore per eccellenza interdisciplinare la varietà di ambiti e applicazioni del quale fa sì che si discuta ancora sulla definizione di robot e su alcune sue proprietà: l’autonomia, l’adattatività o i gradi di interattività. Su queste basi, il problema, attualmente, non è tanto quello di determinare se e in che modo i robot ”agiscano”; la questione verte piuttosto sulla circostanza che l'interattività, autonomia e adattabilità dei robot comportano l’imprevedibilità delle loro azioni, sia nei confronti dei programmatori e costruttori di tali agenti artificiali sia dei loro stessi proprietari. Anche rivolgendo l'attenzione unicamente allo specifico ambito della robotica di servizio, le implicazioni sottese alle caratteristiche di tali agenti artificiali involgono questioni complesse rispetto alle responsabilità connesse al loro operare, rendendo opportuna per chiunque intenda investire nel settore una riflessione circa le questioni giuridiche e la normativa connesse alla progettazione e commercializzazione di robot di servizio. Non essendo possibile condurre un'analisi puntuale dei profili giuridici rilevanti rispetto ad ogni singolo impiego dei robot di servizio, si è deciso di condurre l'analisi dei profili giuridici rispetto a tre macro-categorie che permettano di ricomprendere le principali implicazioni giuridiche che entrano verosimilmente in gioco rispetto alla robotica di servizio nel suo complesso: 1) telepresenza mediante robot; 2) robot courier all'interno di ambienti di differente complessità; 3) droni-quadricotteri operanti in contesti urbani, nell'ottica della spinta evolutiva che le tecnologie ICT imprimono nella progettazione degli spazi urbani (c.d. smart cities o città intelligenti). A corredo delle macro-categorie è stato considerato anche il peculiare campo emergente della c.d. “cloud robotics”, ovvero uno scenario in cui i robot sfruttano infrastrutture di tipo cloud disponibili in Rete al fine di migliorare il proprio apprendimento e la relativa performance. Tra i possibili servizi basati sulla cloud robotics, ad esempio, Telecom Italia sta studiando una soluzione software/hardware in grado di connettere da remoto robot di servizio attraverso reti a banda larga per fornire funzionalità di supporto allo sviluppo di applicazioni da parte di altri operatori. Se la ricognizione pratica dei progetti di Telecom Italia non presenta particolari difficoltà, un tentativo di aprioristica classificazione dei robot impiegati a seconda dei differenti tipi di automazione si rivela non solo più complesso, ma potenzialmente sterile nell'ottica di basare su detta classificazione la rilevazione dei profili e delle norme giuridiche di volta in volta rilevanti. Ciò perché, se da un lato il diritto non ha ancora pienamente catalogato e definito molti aspetti legati al digitale ed alle reti di comunicazione elettronica, regolando e governando con difficoltà il mondo immateriale dei byte, dall'altro, nel campo della robotica, le cose si complicano ulteriormente, dato che con essa le inedite potenzialità del digitale abbandonano il mondo virtuale per incidere direttamente, senza mediazione alcuna, sulla realtà fisica. Ecco che, per quanto si cerchi di individuare parametri oggettivi, la malleabilità logica delle tecnologie digitali, la continua evoluzione delle stesse, e la multi-funzionalità potenziale di ogni macchina rendono vano ogni tentativo. Pensare quindi di comporre astratte categorie di robot sulla base delle caratteristiche della macchina, dell'uso a cui essa sia destinata, delle sue modalità di esecuzione o ancora del grado di a