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STEFANO MONTES

Perché le storie di vita. Una riflessione antropologica

Abstract

L’ambito delle storie di vita è talmente vasto e complesso che, anche una breve riflessione sull’argomento, sovente paralizza lo studioso. Mi conforta tuttavia il fatto che la paralisi, almeno quella momentanea ed euforica, ha affinità con la trasformazione prodotta dall’incanto. E le storie di vita m’incantano e – trasformandomi – mi conducono immancabilmente verso l’Altro: lo statico ‘posizionamento’ del Sé viene, così, smussato dal dinamismo insito nel ‘passaggio’ all’Altro. Questo orientamento verso l’Altro, nonostante il complesso e fluido magma di aspetti presenti nel campo delle storie di vita, richiama alla mia mente almeno due domande iniziali. Chi ha l’autorità per parlare degli altri? Quali disciplina può, meglio di altre, affrontare la questione delle storie di vita? Alle questioni dell’autorità e dell’appartenenza disciplinare se ne affianca, infine, una terza che ‘sposta’ le prime due: la pregnanza della vita stessa. Una storia di vita è un vero e proprio quesito esistenziale in sé riguardante la vita di ogni essere umano e le stesse modalità atte convenzionalmente a raccontarla. Affronto, in questo contributo, i tre aspetti individuati.