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STEFANO MONTES

Fotografare emozioni in tempo di crisi

Abstract

In questo contributo, sposto l'accento dalla dimensione cognitiva alla dimensione emotiva e affettiva, prendendo in conto gli stati d'animo in qualche modo insondabili dall’esterno, ma pur sempre integrati nella vita sociale e manifestati discorsivamente: «emotion and discourse should not be treated as separate variables, the one pertaining to the private world of individual consciousness and the other to the public social world» (Lutz, Abu-Lughod 1990: 11). Un mio parente si trova in ospedale e io sono in attesa del responso che dovrebbe arrivare a breve sulla condizione del mio parente ricoverato in un periodo in cui imperversa il virus. I miei atti, proprio per questo aspetto relativo alla tensione emotiva, hanno valore di rituale il cui effetto è quello di scongiurare il peggio e, potenzialmente, di riaggregarmi alla normalità e alla comunità. L’intrecciarsi di emozioni e ragionamenti, in questo momento cruciale, non va vista in sé – in quanto dimensione autonoma dell’essere, del modo di essere ipoteticamente cristallizzato nel tempo con una propria identità – ma, soprattutto, come strategia posta in atto al fine di produrre effetti sullo stato fisico e mentale, oltre che sociale.