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ROSANNA MARSALA

L'idea di nazione in Luigi Sturzo

Abstract

Tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX il pensiero d’ispirazione cristiana elabora una sua compiuta analisi della sovranità dello Stato contemporaneo. Tra le tante teorie, si distingue quella di Luigi Sturzo, pensatore di respiro europeo. Le sue riflessioni, elaborate durante l’esilio quando in Europa si affermavano i regimi totalitari si imperniano sul pluralismo politico quale espressione del pluralismo strutturale della società. Su questo presupposto egli, opponendosi alle correnti nazionaliste che fanno della nazione una «nuova divinità», critica la concezione monistico-panteistica dello Stato nazionale ritenuto ormai inadeguato a mantenere l’ordine e la stabilità nel Continente. Tuttavia, Sturzo, avvertendo i limiti di una sovranità nazionale, è consapevole che il processo di formazione della nazione era stato la condizione, per molti versi, obbligato per le ulteriori fasi dell’evoluzione europea: la democratizzazione, lo sviluppo delle istituzioni, la solidarietà sociale. Per questo Sturzo ritiene necessaria una maggiore esplicazione dell’idea di nazione. Egli è convinto che non vi potrà essere una vera coscienza internazionale senza una presa di coscienza della propria identità nazionale. L’analisi sturziana presenta ancora oggi, a nostro avviso, aspetti di pregnante rilevanza perché ci offre alcuni indispensabili strumenti interpretativi per la comprensione della natura e della portata della crisi che investe gli ordinamenti sovranazionali.