Figli benefattori, figli straordinari. Rappresentazioni senecane dell' 'essere figlio'
- Autori: Marchese, R
- Anno di pubblicazione: 2005
- Tipologia: Monografia (Monografia o trattato scientifico)
- Parole Chiave: Seneca; relazione padre/figlio; Fetonte; Egisto
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/32070
Abstract
E' noto che la cultura romana ha riconosciuto un ruolo assolutamente centrale, anche dal punto di vista simbolico, alla figura del pater, che è insieme generatore biologico, capo della famiglia, chiave di volta della gens all'interno della comunità . In questa società dominata dai padri è possibile il riconoscimento di una specifica identità dei figli? La relazione padre/figlio è in Roma antica un modello forte in grado di spiegare e dotare di senso buona parte delle relazioni interpersonali: a partire da tale assunto queso libro prova ad indagare alcune rappresentazioni dell'essere figlio in significativi segmenti della produzione letteraria di Anneo Seneca. Nella riflessione che il filosofo conduce sulle forme dello scambio di prestazioni all'interno della famiglia ai figli viene riconosciuta la capacità di essere autori di dono ai propri padri, al di fuori da ogni schema costrittivo. Per questa via i figli acquistano sorprendentemente un'identità etica specifica; Seneca fa così emergere, in tutta la sua dirompente problematicità , la dimensione asfittica nella quale la cultura latina ha tradizionalmente relegato i figli condannandoli ad una rincorsa infinita verso la conquista di uno spazio identitario che riproponga necessariamente i tratti del volto paterno. La riflessione di Seneca sull'"essere figlio", attuata mediante la rilettura di figure mitiche ambigue e problematiche, come Fetonte ed Egisto, costituisce un osservatorio privilegiato su una relazione parentale il cui significato simbolico si offre alla modernità quale termine conflittuale di confronto per la definizione dell'identità filiale.