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LUCIANA MACALUSO

Recensione del libro F. Maggio, M. Villa, Architettura demolita. Modelli abitativi alla V Triennale di Milano. Ridisegno e analisi grafica

Abstract

La doppia chiave di lettura del libro - sul disegno e sul razionalismo italiano - è lo specchio di una volontà di ricerca unitaria e precisa, che approfondisce le motivazioni e gli esiti dell’architettura italiana negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale e le implicazioni derivanti dall’uso del disegno negli stessi anni. L’indagine sulle opere della V Triennale di Milano del 1933 attraverso il disegno, infatti, implica una riflessione sulle potenzialità conoscitive di questo strumento. Proprio in quel periodo lo schizzo acquista una sua autonomia: non più semplice rappresentazione, è estensione del pensiero, fondamentale nella elaborazione delle idee. Secondo tale tradizione, Francesco Maggio e Marcella Villa guardano / osservano / vedono: attraverso il (ri)disegno. Il loro sguardo è rivolto ad opere che oggi non esistono più, essendo state demolite dopo la mostra, e che quindi il lettore non potrebbe conoscere con un’esperienza diretta. Le logiche innovative che erano espresse dalle case della V Triennale sono ricostruite e analizzate mediante modelli tridimensionali, piante e alzati. Attenzione però, avverte Francesco Maggio, la «traduzione» proposta deve essere confrontata con il progetto originale, per capire dove il ridisegno tradisce ciò che racconta. Questo accade poiché la restituzione grafica deriva da una mediazione tra i pensieri soggettivi dell’autore e l’oggettività di una realtà esterna. Dunque il (ri)disegno non può che esprimere qualcosa di nuovo rispetto all’originale a cui si riferisce. Si tratta di un’interpretazione che potrà diventare a sua volta un’idea architettonica, descrivibile attraverso un ulteriore disegno.