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LUCIANA MACALUSO

Il centro del quartiere ZEN. La piazza Gino Zappa

  • Authors: Sciascia, A; Macaluso, L
  • Publication year: 2012
  • Type: Scheda di catalogo, repertorio o corpus (Schede di catalogo)
  • Key words: Periferie, Palermo, Zen, progetto urbano
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/127566

Abstract

Sull’asse centrale del quartiere San Filippo Neri, in continuazione della via Fabio Besta, a est della via Lanza di Scalea si trova un grande vuoto delimitato dagli edifici dello ZEN 1. Nel progetto originario dello ZEN 1, elaborato dagli ingegneri Salvatore Biondo e Salvatore Mario Inzerillo nel 1966, questo spazio doveva essere ancora più ampio e delimitato da una cortina edilizia che si sarebbe estesa anche nella parte dove poi è stato realizzato lo ZEN 2. Il grande vuoto centrale, per quanto ridotto rispetto alla previsione iniziale, è oggi una sommatoria di infrastrutture viarie che lambiscono un’area priva di rilevanza urbana. Si propone di trasformare questo slargo informe in una piazza. Tale scelta presuppone che siano ridisegnati i marciapiedi e le aree carrabili, attualmente sovrabbondanti; si tratta di immaginare una dimensione umana in un luogo dove i rapporti sono, ad oggi, calcolati rispetto alle altezze degli edifici e alla velocità dei veicoli. Per raggiungere tale obiettivo sembra utile accogliere la previsione dell’ultimo P.R.G. che prevede in quest’area un centro di quartiere (zona IC2 - IC4). Fondamentale è la relazione che tale piazza avrà con il nuovo nodo infrastrutturale che si prevede in corrispondenza dell’incrocio fra le vie Lanza di Scalea e Fabio Besta a ovest, e con la via Patti e la piazza dello ZEN 2 a est. Nel 1970, il progetto dello ZEN 2 del gruppo di progettazione Amoroso, Bisogni, Gregotti, Matsui e Purini, attesta sulla piazza Gino Zappa un asse di collegamento con la spina centrale dei servizi collettivi. Tuttavia in seguito ai vincoli imposti dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Ambientali su alcune preesistenze, è necessario ripensare un percorso che colleghi ZEN 1 e ZEN 2, in modo alternativo alle previsioni del progetto vincitore del concorso del ’70.