Quando l'architettura è il suolo
- Authors: Macaluso, L.
- Publication year: 2011
- Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/100061
Abstract
La collaborazione all’interno di alcuni corsi di Progettazione Architettonica tenuti dal prof. Andrea Sciascia, presso l’Università degli Studi di Palermo, ha permesso a Luciana Macaluso di riflettere sulla consistenza fisica della città , conosciuta attraverso il disegno e le elaborazioni progettuali di alcuni studenti. Decisivo nel ragionamento è il luogo di progetto nel centro di Altofonte, a 10 km dal nucleo antico di Palermo, su un tratto di quell’argine fisico-geografico ad arco che limita l’invaso urbano del capoluogo siciliano. L’orografia scoscesa conduce a interrogarsi sull’interazione fra costruito e suolo, sul prevalere dell’uno o dell’altro elemento. Quando il luogo si caratterizza per una speciale morfologia che lo rende unico e riconoscibile indipendentemente dall’aggiunta di ulteriori elementi, l’edificio può accostarsi con garbo a ciò che è preesistente. Un’azione progettuale alternativa può consistere nel riproporre il terreno in modo artificiale secondo un disegno più o meno indipendente dalla condizione originaria. Il carattere tridimensionale della topografia può includere spazi abitabili, in cui la distinzione costruito/spazio aperto diviene imprecisa. Nel continuo rimando fra la parte e il tutto l’edificio - prolungamento del suolo - perde di significato se privato del contesto.