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LUCIA MANISCALCO

Buone pratiche e strumenti di analisi per l’apprendimento, l’insegnamento e l’inclusione

  • Autori: Giuseppa Compagno; Lucia Maniscalco; Santina Sabrina Salemi
  • Anno di pubblicazione: 2022
  • Tipologia: Capitolo o Saggio
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/587081

Abstract

Il presente lavoro, nato in seno al progetto di ricerca “Best practices and tools of analysis in schools and community contexts: learning, teaching & inclusion”, avviato su fondi del Dipartimento SPPEFF dell’Università di Palermo, nel marzo 2019 e giunto alla sua seconda fase. La metodologia di ricerca utilizzata – perché ritenuta adeguata a perseguire le finalità fissate e a fornire una visione complessa ed articolata del fenomeno investigato – è stata quella del Mixed Method, con particolare riferimento all’Explanatory Design: Participant Selection Model di Creswell, Plano Clark, et al. (2003). L’«Explanatory Design is a two-phase mixed methods design. The overall purpose of this design is that qualitative data helps explain or build upon initial quantitative results» (Creswell, Plano Clark, et al., 2009, 216). I punti di forza di questo design sono la sua struttura a due fasi che lo rende semplice da implementare, perché il ricercatore conduce i due metodi in fasi separate e raccoglie solo un tipo di dati alla volta. Nello specifico si rende conto, in questa sede, della somministrazione e adeguamento dello strumento qualitativo, UDL Reflection Questionnaire, elaborato dal Ministero dell’Istruzione neozelandese per rilevare le percezioni sull’agire inclusivo degli insegnanti (TKI-CAST, 2018) e rispondente ai principi costitutivi dell’UDL (Universal Design for Learning), messo a punto, a partire dagli anni Ottanta, negli Stati Uniti e pubblicato nella sua versione definitiva nel 2011.