«Faire l’université». Délimitation et représentation de la communauté dans les villes de l’Italie méridionale (XIVe-XVe siècles)
- Authors: Mineo, E.
- Publication year: 2017
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/228371
Abstract
La rappresentanza oggetto di questo articolo non è quella più frequentemente indagata dei parlamenti, ma quella costituita dalla parola e dall’azione di quanti, ufficiali, consiglieri, cittadini genericamente influenti, possono intervenire in nome della comunità intera e degli altri cittadini; è insomma quello della rappresentanza interna alle singole comunità . In entrambi i regni dell’Italia meridionale è evidente, a partire dagli anni 70 del XIII secolo, il netto rafforzamento dell’autonomia delle comunità locali (delle universitates) rispetto al periodo precedente, e dunque l’aumento del peso istituzionale del governo locale e dei gruppi dirigenti in esso coinvolti. Nello stesso tempo Le forme della rappresentanza variano molto: alle due domande fondamentali (da chi devono essere eletti i magistrati? Qual è la comunità idonea a eleggere e come è composta?) in Sicilia e nel Mezzogiorno angioino si danno risposte diverse. Nelle città del regno di Sicilia citra pharum (e poi regno di Napoli) la selezione avviene a partire da associazioni più o meno formalizzate di cittadini, di tipo sociale (nobili e popolari, quella più frequente) o topografico-sociale (tocchi, seggi, piazze), della cui esistenza non c’è traccia invece in Sicilia, dove i canali della partecipazione appaiono molto meno formalizzati.