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GILBERTO MONTALI

Il progetto Plutonium di Villa Adriana: prime considerazioni a margine del nuovo rilievo e prospettive di ricerca

  • Autori: Marilena Gorrini; Milena Melfi; Gilberto Montali; Antonio Schettino
  • Anno di pubblicazione: 2020
  • Tipologia: Capitolo o Saggio
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/480285

Abstract

Nel corso del 2016 e 2017 la missione congiunta delle università di Oxford e Pavia ha condotto una serie di campagne di ricognizione, rilevamento (georadar e geomagnetico) e rilievo architettonico nell'area nota dalla letteratura archeologica come pertinente al Plutonium e Inferi di Villa Adriana. Il complesso, situato nella sona nord-orientale della Villa, in corrispondenza di un rilievo naturale e ai margini della proprietà demaniale è costituito da tre elementi principali: 1) una grotta artificiale/ninfeo, collocata all'estremità di una valletta artificiale, interamente scavata nel tufo (gli Inferi); 2) un grosso edificio costruito su alte sostruzioni concamerate (il Plutonium); 3) una rete di passaggi sotterranei ad esso connessi e solo parzialmente noti. Le recenti indagini non solo hanno rivelato la discrepanza dell'area con le piante storiche (e.g. Piranesi), ma hanno confermato la stretta connessione tra l'edificio e l'adiacente paesaggio artificiale. L'edificio del Plutonium ha, infatti, una pianta complessa, articolata intorno ad un cortile centrale porticato, sul quale si aprono stanze con decorazione parietale e pavimentale di dimensioni diverse e a quote diverse. Esso si configura come una struttura elevata provvista di numerose aperture, che offriva scorci panoramici sul paesaggio circostante. L'ingresso avveniva dal lato sud-orientale, mentre la parte più importante del complesso si ergeva nella parte sud-occidentale, al di sopra di un sistema di sostruzioni che lo elevava di alcuni metri rispetto al terreno circostante e al resto dell'edificio. Verso E e SE, esso continuava tramite una struttura muraria circolare o semicircolare, mentre a SW si estendeva verso gli inferi, tramite una serie di apprestamenti sotterranei e non. Le strutture affioranti facevano probabilmente parte di un complesso paesaggio artificiale, in quanto sia Inferi che Plutonium vennero realizzati contemporaneamente (la valletta degli Inferi venne infatti usata come cava per la produzione dei tufelli utilizzati per la costruzione del Plutonium), godono dello stesso orientamento e sono verosimilmente connesse dallo stesso network di tunnel e passaggi sotterranei, come rivelato dall'indagine geofisica.