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FERDINANDO MAZZARELLA

Percorsi storico-giuridici dell'impresa. Dall’«entreprise» all’«Unternehmen».

Abstract

Dal primo Ottocento le dinamiche organizzative della produzione industriale proiettano l’impresa al cuore del sistema economico. La sua naturale vocazione a comporre in un’organizzazione unitaria gli elementi personali e patrimoniali della produzione ne fa il paradigma ideale di un modello economico-sociale fondato sulla complessità degli apporti, sulla pluralità dei contatti, sull’equilibrio degli interessi collettivi. Alla centralità assunta nella sfera economica, tuttavia, non corrisponde un’eguale considerazione dell’impresa sul piano giuridico. Il Code de commerce del 1807 disegna un diritto a misura d’individuo, segue le logiche semplici ed unilineari del nuovo ordine, votandosi allo scambio, alla circolazione della proprietà, all’intromissione e alla speculazione, senza nessuna concessione alla dimensione collettiva, ad una considerazione complessa del fenomeno imprenditoriale. «Commerçant» e «actes de commerce» rappresentano i due riferimenti, soggettivo ed oggettivo, di un impianto atomistico e molecolare, nel quale i secondi, elencati dal legislatore in un’analitica enumerazione, rivestono fin dal principio una posizione pregiudiziale. L’«entreprise», in questa cornice, non è l’organizzazione unitaria di capitale e lavoro, ma la pluralità di quegli «actes de commerce» per i quali il legislatore non reputa sufficiente una singola, isolata manifestazione. Nel 1900, a tre anni dalla sua approvazione, entra in vigore nella Germania guglielmina il nuovo Codice di commercio (HGB), con il quale, per la prima volta, il segno di riconoscimento della commercialità diventa l’esercizio di un’attività in forma commerciale, talché sarebbero stati commerciali tutti gli atti e i rapporti di ogni «Unternehmen» che avesse operato nel mercato commercialmente, cioè secondo le forme, le dimensioni e le logiche proprie di un’organizzazione imprenditoriale. Cominciava, nella dottrina austro-tedesca, un itinerario riflessivo volto a rappresentare l’assetto produttivo del capitalismo industriale non più secondo le logiche dell’individuo e degli atti di commercio, ma sulla base della nozione economica di «Unternehmen», di quel paradigma collettivo e complesso che designava, al di fuori di ogni chiave di lettura semplice, atomistica e individualistica, l’organizzazione unitaria di persone, competenze, energie e beni, materiali e immateriali, dai rapporti giuridici agli immobili, dal lavoro ai segreti di fabbrica, dai contratti alle macchine, dai diritti alle obbligazioni, dalla reputazione all’avviamento, riuniti e assemblati per il perseguimento del medesimo scopo economico.