IL RESTAURO DELLA SCULTURA IN MARMO DEL SAN MICHELE ARCANGELO: RIFLESSIONI CRITICHE E METODOLOGICHE
- Authors: Giulia Montoro; Giuseppe Inguì; Gabriella Tonini; Fabrizio Iacopini; Carmen Genovese; Bartolomeo Megna
- Publication year: 2024
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/663075
Abstract
L'interpretazione delle lacune e della patina rappresenta un tema di fondamentale importanza nel campo del restauro, di conseguenza, l'approccio metodologico adottato assume un ruolo di fondamentale importanza nel guidare ogni intervento conservativo, ponendosi l'obiettivo di preservare l'integrità estetica e storica dell'opera d'arte. La scultura in marmo raffigurante San Michele Arcangelo, conservata presso la biblioteca francescana di Palermo, è stata oggetto di un accurato restauro che ha posto particolare attenzione al riassemblaggio di alcune importanti componenti, e al trattamento della patina. Le condizioni conservative della scultura erano discrete, con depositi e sostanze soprammesse diffuse. La superficie della scultura presentava delle zone di aspetto arido e opaco, danneggiate e leggermente corrose a causa dell’applicazione in passato di sostanze che hanno intaccato il livello di finitura del marmo. Queste zone compromettevano significativamente l'aspetto estetico dell'opera e sono state quindi oggetto di un'accurata valutazione critica e metodologica. L'obiettivo è stato quello di progettare e realizzare un intervento di pulitura mirato ad alleggerire solo i depositi più scuri, riducendo gradualmente il contrasto e preservando al contempo la patina ambrata originale, che conferisce all'opera un valore storico inestimabile. La testa e la mano destra dell'angelo, separate dal corpo principale, erano state adese in un precedente intervento in modo inadeguato con l’utilizzo di una resina sintetica: contestualmente alla pulitura il restauro ha riguardato quindi la progettazione di un nuovo assemblaggio delle parti disgiunte della scultura, un'operazione complessa che ha considerato attentamente le esigenze conservative dell’opera e della sua collocazione attuale, soltanto temporanea. Ciò ha richiesto la realizzazione di un sistema compatibile con la futura movimentazione, garantendo la stabilità e la sicurezza dell'opera.