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MARCELLA LA MONICA

Immagini della follia nella "Renaissance"

Abstract

Il saggio prende in considerazione il ruolo della follia durante il periodo rinascimentale, esaminando alcune opere particolarmente significative di artisti come Dürer, Bosch e Brueghel il Vecchio. Così sulla scia della magistrale riflessione di M. Foucault la pazzia è interpretata come un’espressione di sapere. Infatti, nelle rappresentazioni di Bosch e di Brueghel il Vecchio ci si richiama alla figura della follia, considerata come rivelatrice dell’onirico e del segreto. Suggestivo è il ruolo del Grullo, il quale sa smascherare tutti, facendo emergere la verità anche intorno alla paura di tutti gli uomini, ovvero la Morte. D’altro canto, essa è stata ed è per lungo tempo la protagonista di opere altamente emblematiche come il trecentesco Trionfo della morte presso il Camposanto di Pisa ad opera di Buffalmacco, quello quattrocentesco di Palermo e l’Ars Moriendi del vescovo Jean Gerson. A tal proposito, si ricordi il Trionfo della Morte di Brueghel il Vecchio del 1562 che, ricorda parzialmente, l’iconografia del palermitano Trionfo della morte. Infine, durante il Rinascimento si propaga il modello dell’artefice pazzo, melanconico, geniale e dal temperamento saturnino.