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GAETANO LICATA

No Artificial Intelligence. Riflessioni sulla coscienza a partire dalle difficoltà della sua ingegnrizzazione

Abstract

Per secoli la coscienza è stata considerata il tratto identificante della natura umana, sia nel pensiero di filosofi come Cartesio, Leibniz, Kant, Hegel, Husserl sia nel senso comune: il problema della res cogitans come distinta dalla materia e del rapporto mente-corpo, che da Cartesio in poi impegna la riflessione filosofica e psicologica, ottiene oggi una rinnovata centralità nel dibattito sulla Intelligenza Artificiale, ed in particolare riguardo al problema della ingegnerizzazione della coscienza. È quello che il filosofo David Chalmers chiama lo hard problem della conoscenza, ossia il problema di spiegare in che modo e in che senso gli umani hanno i qualia e le esperienze fenomeniche private (rispetto ai “facili problemi” di spiegare i sistemi fisici che danno a noi e agli altri animali la capacità di discriminare, integrare informazioni, ecc.). Dopo un breve excursus storico volto a raccogliere idee utili per sostenere le mie posizioni, prenderò in considerazione alcune strategie per risolvere il problema della coscienza artificiale. Tratterò della rilevanza della coscienza per il comportamento, del rapporto fra inconscio e coscienza, e criticherò la irrilevanza della coscienza proposta da alcuni neuroscienziati entro la cornice delle teorie eliminativiste. Prenderò in considerazione le più importanti posizioni odierne sulla coscienza ed alcuni progetti di ingegnerizzazione. Sosterrò infine una tesi non eliminativista e non riduzionista sulla coscienza basata sui lavori di Maturana e Varela.