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FRANCESCO LO PICCOLO

La dimensione etica dei compiti disciplinari nella contrapposizione tra valori non conciliabili

Abstract

Le recenti forme di conflitto (non solo sociale), hanno una natura prevalentemente – se non esclusivamente – urbana, permanente e non-congiunturale. Esse coesistono con i tradizionali raggruppamenti ed espressioni sociali, peraltro sempre meno definiti (classi, gruppi di interesse, associazioni) e, sebbene le loro caratteristiche siano in costante variazione, costituiscono una componente stabile ed irreversibile della condizione urbana (e sociale) contemporanea. Questi conflitti, che rappresentano forme di azione, e di azione politica nello specifico, non si adattano facilmente né sono facilmente assimilabili ai già esistenti canali di rappresentanza ed alle tradizionali forme di organizzazione politica, come ad esempio i partiti. Eppure la riflessione disciplinare in molti casi elude questo aspetto, o lo affronta a partire da una contrapposizione di interessi: gran parte del dibattito disciplinare su mediazione (tema ricorrente) o conflitto (tema, a dire il vero, meno ricorrente) verte infatti in prevalenza sulla plurale articolazione e conseguente contrapposizione di interessi. Più sfumata e sullo sfondo rimane la riflessione intorno alla conflittuale inconciliabilità di valori contrapposti.