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FABIO MASSIMO LO VERDE

Libero, liberato, liberatorio, liberticida. I mutamenti del leisure time tra modernità e postmodernità

Abstract

Il tempo libero può essere definito come una condizione in cui ci si trova quando si è impegnati in attività che si è scelto di svolgere in assenza di costrizione, per proprio piacere, e, il più delle volte, ma non necessariamente, percepite come distinte da ciò che viene comunemente considerato come suo contrario, cioè il lavoro, gli impegni quotidiani, ecc. Per quanto si tratti di una dimensione della vita quotidiana talvolta meno nettamente distinguibile da quella dell’impegno lavorativo – la tendenza al mescolamento e all’indistinzione fra le due dimensioni è una cifra della modalità in cui si articola l’organizzazione del lavoro nella società contemporanea - è evidente come anche quello libero sia un tempo che costituisce una risorsa e, come tutte le altre risorse, continua ad essere non egualmente distribuita. Proprio a causa della contrazione dei tempi e di una organizzazione quotidiana spesso vincolata a ritmi e scansioni sempre più stringenti, sono inoltre sempre di più le persone che preferiscono consumare il tempo libero a disposizione – in attività, ad esempio, poco impegnative - che a investirlo in attività anche più gratificanti a medio-lungo termine che però sono più impegnative. Per comprendere l’evoluzione del tempo libero come dimensione della vita quotidiana e i significati che esso ha assunto dall’industrializzazione in poi utilizzeremo quattro accezioni differenti che, analizzando la letteratura scientifico sociale, ne connoterebbero lo specifico interpretativo. Di questo, ed altro, trattiamo in questo breve contributo.