«Povera, buona, malinconica Italia». Le cartografie di Orio Vergani
- Autori: La Monaca D
- Anno di pubblicazione: 2019
- Tipologia: Articolo in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/394506
Abstract
Un'intensa urgenza di ricostruzione si ritrova nelle pagine di Orio Vergani dedicate alle imprese ciclistiche di Fausto Coppi, in cui la cronaca sportiva si fonde al racconto del tormentato ventennio che va dal 29 maggio del 1940 sino alla morte del «campionissimo», nel gennaio del 1960. In tale ‘narrazione’, che coopera a delineare un percorso ideologico e politico di adesione al fascismo mai negato dallo scrittore ma vissuto, soprattutto a ridosso della guerra, in modo problematico, il trattamento dello spazio riveste una centralità conoscitiva ed intepretativa fondante, configurando topografie in cui spaccato documentario, analisi societaria, suggestione narrativa coesistono. Nell’immediato dopoguerra i luoghi nevralgici dell’itinerario ciclistico divengono, infatti, lo scenario elettivo della metamorfosi territoriale, sociale e culturale di un’Italia martoriata dalla violenza bellica e, al tempo stesso, nella rilettura dell'autore si rivelano esemplari di un dolente bilancio coscienziale.Il saggio pedina gli snodi cruciali del «racconto odeporico del Giro d’Italia» tracciato dal giornalista attraverso cui si disegna la mappa di un’Italia ferita ma protesa verso una nuova, travagliata rinascita, mentre il resoconto sportivo si converte in un’ambivalente autobiografia della nazione.