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DONATELLA LA MONACA

I "mostri aberranti dell'irrealtà", la 'sfida' di Elsa Morante

Abstract

Lontano da ogni infingimento retorico lo scrittore-poeta «come i protagonisti dei miti, delle favole e dei misteri, deve attraversare la prova della realtà e dell’angoscia sino alla limpidezza della parola che lo libera e libera anche il mondo dai suoi mostri irreali», scrive Elsa Morante nel saggio, del 1957, dedicato ad Umberto Saba autore del Canzoniere, uno «Zodiaco meraviglioso in cui sono figurate tutte le costellazioni». (Morante 1957: 1492). L’aspirazione del poeta triestino a «liberare, con la forza dell’arte il mondo dai mostri irreali dell’autoinganno, della mistificazione» si rivela talmente consona alle ambizioni più profonde dell’ ‘avventura’ esistenziale e letteraria di Elsa Morante da evolvere, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, in un’interlocuzione conflittuale nei confronti della società contemporanea, responsabile della più subdola delle mostruosità, la «disintegrazione della coscienza, per mezzo della ingiustizia e demenza organizzate, dei miti degradanti, della noia convulsa e feroce»