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DONATELLA LA MONACA

i possibili Sud dell'esistenza: L'isola di Evelina Santangelo

  • Autori: La Monaca, D
  • Anno di pubblicazione: 2016
  • Tipologia: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
  • Parole Chiave: Sicilia, geografie, dispatrio, senzaterra
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/237277

Abstract

“Il modo in cui ho sempre trattato la lingua, il modo in cui ho sempre ricercato una particolare espressività, anche quando non ho raccontato esplicitamente della mia terra, sono una traccia fortissima ed evidente della mia identità siciliana. E infine anche l´ossessiva attenzione verso la marginalità, verso tutti i possibili ‘sud’ dell´esistenza”. Così dichiara Evelina Santangelo, in un’intervista del 2009, confermando la conflittualità dialettica di un legame con la “terramadre” sempre più lontano dalla riconoscibilità mimetica dei luoghi eppure talmente intrinseco alle ragioni stesse della scrittura da farsene elemento costitutivo. La Sicilia dell’autrice palermitana si delinea nella sua fisionomia fisica ma soprattutto etica, culturale, tra presente e passato, attraverso la chiave elettiva delle scelte linguistiche ed espressive. Schermata dal cedimento al luogo comune, la narrazione trova, infatti, la sua “prospettiva inedita” nell’interpretare le dinamiche storiche e sociali di un’isola cui la migrazione, la modernità consumistica, la trascuratezza istituzionale sfigurano il volto pur non soffocandone il battito vitale. Laddove “l’occhio del mondo è cieco” , si potrebbe dire parafrasando il titolo della sua prima raccolta di racconti, e si arresta all’evidenza del dato empirico, la scrittura si incarica invece di scandagliarne i risvolti celati, le pieghe latenti e, nel farlo, ricorre alle potenzialità semantiche ed espressive della parola. L’inclinazione alla visionarietà, l’incursione della sintassi onirica, la contaminazione con la forma dell’apologo, variamente declinati nel suo itinerario narrativo, dalla Lucertola color smeraldo al Giorno degli orsi volanti, si incarnano sin da Senzaterra, romanzo sul dramma dello sdradicamento in una concretezza spazio-temporale misurabile nei confini isolani e nella specola adolescenziale. In Cose da pazzi, l’ultima fatica editoriale del 2012, l’ancoraggio della rilettura coscienziale tra gli ingranaggi societari della Palermo più dilemmatica, conferisce al dettato narrativo, che pure non rinuncia alla presenza fitta di un lessico figurato, denso di similitudini e metafore, una diversa “materialità”.