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DONATELLA LA MONACA

La "grazia suprema" della poesia sabiana nella vocazione artistica di Elsa Morante.

Abstract

Gli anni Cinquanta si disegnano nella parabola artistica di Elsa Morante come lo scenario dell’ «infanzia appassionata», dell’avventura procidana ma anche della feracità saggistica, della militanza etica, di quella vigilanza civile da cui germineranno scritti come Pro o contro la bomba atomica del 1965, sotto la cui insegna verrano poi raccolti, postumi, da Cesare Garboli, alcuni tra i più significativi interventi critici maturati dalla scrittrice proprio nel decennio precedente. Spiccano, in tal senso, per esemplarità artistica ed intellettuale, Il poeta di tutta la vita del ’57, dedicato all’amato Umberto Saba, e il saggio Sul romanzo del ‘59 nato da nove domande d’inchiesta sulle sorti del genere più dibattuto della storia letteraria. Si dispiega nel fitto argomentare di queste pagine, di fatto scaturite da specifiche occorrenze, un unico discorso critico, autoconoscitivo e al tempo stesso teso all’indagine e alla comprensione dell’esperienza umana di ogni tempo, disegnato su una nuova progressiva codifica della nozione di realtà e della figura del poeta.