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SANTO GIUNTA

Forma e Vita. L’interno architettonico di Palazzo Abatellis

Abstract

Guardando con distanza critica la storia dell’intervento di palazzo Abatellis, comprendiamo che attraverso quest’opera di restauro e rifunzionalizzazione è stato concepito un edificio pubblico, un museo, come un luogo di aggregazione e di possibile rigenerazione urbana. Fin da subito - come scrive Vigni nel 1954 - era stata prevista ‘anche la possibilità di un’attività culturale della Galleria, a mezzo di mostre temporanee, di mostre dei restauri via via compiuti, di apertura notturna con illuminazione artificiale, in modo che tale istituto entrasse a far parte della vita cittadina più completa possibile’. Lo stesso Vigni era consapevole che in quegli anni il panorama dei musei italiani doveva rinnovarsi con la ricostruzione postbellica e rispondere a una domanda alternativa d’uso e di fruizione del patrimonio artistico. L’esempio di rigenerazione ante litteram di Carlo Scarpa individua, nel mutamento di senso dell’esistente, l’innesco di un auspicabile atteggiamento virtuoso per il ‘riordino’ del costruito di prossimità e in una implementazione di beni e servizi di qualità, accessibili ad una moltitudine di consumatori/utenti, consapevoli della natura culturale e sociale, prima ancora che tecnologica, per rafforzare la qualità della vita i questi luoghi.