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SANTO GIUNTA

New forms for urban space: utopia? Creative leisure time in an experience for the 10th Biennial of architecture of Venice: Living at Vema

Abstract

Questo saggio riflette, a 10 anni della “10. Mostra Internazionale di Architettura - Biennale di Venezia”, sulla ricerca e la sperimentazione architettonica inerenti alle nuove forma di spazio urbano, come il progetto, Gli orti dell’ozio creativo, di Santo Giunta redatto per VEMA (2006). In questa città futura – masterplan di Franco Purini, curatore del Padiglione Italiano, ipotizzata sull’asse tra Verona e Mantova e nei pressi del crocevia dei corridoi ferroviari Lisbona-Kiev e Berlino-Palermo – gli spazi ed i luoghi sono stati studiati da 20 gruppi di architetti. «Il gruppo guidato da Santo Giunta – come scrivono François Burckhardt e Burghart Schmidt – ha proposto strategie di attenzione alle esigenze culturali degli abitanti, con nuove idee per gli spazi di intrattenimento. Si tratta di un progetto diretto al tempo libero creativo, una condizione che in prospettiva dovrebbe interessare nella società futura un ampio strato della popolazione, a seguito del nuovo assetto nella distribuzione fra il tempo lavorativo e il tempo libero che il progresso dell’automazione porterà inevitabilmente con sé» (Burckhardt, F., Schmidt, B., 2010. Utopia nell’architettura XXI Secolo, «Treccani online» : http://www.treccani.it/enciclopedia/utopia-nell-architettura_%28XXI-Secolo%29/). La priorità data alle esigenze culturali dei residenti è stata la base del progetto, I giardini dell’Ozio creativo. Tenendo questo in mente, lo studio si basa sullo spazio in cui viviamo e sull’idea che possiamo organizzare la trasformazione della realtà in un dialogo necessario tra la libertà umana e la prefigurazione di una forma per caratterizzare nuovi paesaggi. I temi trattati in questo saggio, in cui si discute del disegno di una possibile città futura, sono strumenti per cogliere la complessità del fenomeno dello sprawl urbano. Ci sono fondamentalmente due temi in tutte le loro articolazioni e le variabili. Il primo riguarda la necessità di elaborare un nuovo progetto di attacco a terra, come si radicanoal suolo gli edifici, sia per le aree verdi, nonché quelle destinate per la mobilità e lo spazio pubblico; la seconda si occupa di conciliare le esigenze di sostenibilità ambientale e il ruolo degli spazi aperti urbani. In conclusione, nel disegno di Vema viene proposta una struttura, in un quadro tradizionale, che si basa su una visione di città orientata verso il futuro e forse un tentativo di un’utopia vera.