Nei Luoghi del design. Azioni e interazioni
- Autori: Giunta, S
- Anno di pubblicazione: 2008
- Tipologia: Monografia (Monografia o trattato scientifico)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/92778
Abstract
Il testo raccoglie alcune riflessioni sulla definizione “Luogo” in relazione alla definizione di “Design” ambiguamente identificato con il termine “Industriale” quale connotazione imprescindibile della sua natura disciplinare. È nelle relazioni complesse tra i due termini: Luoghi e Design che si dispiegano i tre paragrafi del volume, veri filtri di lettura o “luoghi metaforici” per leggere la complessità in cui si trova ad operare oggi il design nel suo significato più ampio di progetto: Il primo filtro, che si avvale della coppia concettuale “astratto / concreto”, individua luoghi di relazioni tra strategie progettuali proprie della disciplina del design (sia legati ad artefatti comunicativi che a artefatti produttivi) e i processi economici, sociali, e culturali che esso mette in moto; qui la natura del progetto che si fa oggetto, cosa , viene continuamente posta in relazione con i fenomeni immateriali che lo sottendono e a loro volta influenzano. Il secondo filtro viene affidato al termine “interspazi” che identifica luoghi di confine del progetto contemporaneo, dove la città e i suoi spazi di relazione si misureranno sempre di più con la diversità di paesaggi ibridi, multiformi, contrastanti, e la molteplicità delle culture. L’ultimo filtro individuato nella coppia “soggetto/oggetto” delinea un luogo d’azioni e interazioni tra l’essere pensante (il soggetto) e il contenuto materiale e immateriale del suo pensiero (l’oggetto). I luoghi del design devono quindi essere connotati da potenzialità inespresse che il progetto deve mettere in luce, sono i luoghi che creano le occasioni del progetto. I luoghi siano essi mentali o geografici per essere veramente oggi considerati tali devono in qualche maniera, tramite le tre coordinate che l’identificano: identità storia e relazioni, essere promotori di felicità devono essere abitati da emozioni e produrre senso. In essi il Design si fa mediatore maieutico di significati, necessità, e vocazioni della società contemporanea dove alle strutture fisiche si sovrappongono informazioni immateriali di diversa natura. Il luoghi del design sono quindi luoghi di grande potenzialità che si offrono come occasioni di progetto, per attivare percorsi di senso, di partecipazione, di relazioni, sono luoghi dove l’accadere delle cose non avviene per caso ma per scelta e dove lo spazio che in essi si sviluppa, sia esso simbolico, funzionale, geometrico, o antropologico, concorre a dare qualità alla vita di ogni uomo. È possibile quindi individuare questi luoghi siano essi fisici o immateriali? L’individuazione di luoghi, che nel testo di Santo Giunta sono collegati tra loro da una struttura reticolare complessa, non isomorfa, una struttura molto simile ai modelli d’informazione della cultura telemematica in cui ormai da più di un decennio la sua generazione si muove, identificano le varie anime del design contemporaneo che ormai da decenni non limita il suo campo di applicazione al progetto delle cose, degli oggetti, abbandonandoli una volta prodotti al loro destino. L’individuazione di questi luoghi ricchi di potenzialità definiscono tempi, campi e azione del design che diventa così: strategico, sostenibile,strumento di comunicazione e di servizio. L’ultimo capitolo del libro,”la lezione degli orti”, un omaggio al suo maestro Pasquale Culotta, ci fornisce la chiave d’interpretazione della sua indagine, o meglio “ispezione critica” nei territori del design e dell’architettura, dove oggi le “occasioni del progetto” si muovono e sembrano prediligere situazioni di bordo e confine da cui partire alla ricerca di tracce utili alla sua comprensione. Gli “Orti” sono la metafora dei luoghi in cui le occasioni del progetto si manifestano, gli “Orti” , diventano per Santo Giunta, luoghi dove design e architettura interagiscono, dove costruire un mondo migliore.