Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

RICCARDO GUARINO

Considerazioni citotassonomiche e corologiche su Allium chamaespathum Boiss. (Alliaceae) geofita nuova per la flora italiana.

  • Authors: Brullo, C; Brullo, S; Giusso del Galdo, G; Guarino, R; Salmeri, CMB
  • Publication year: 2010
  • Type: Proceedings
  • Key words: Allium chamaespathum, calabria, flora
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/52181

Abstract

Oggetto di questo studio è una singolare popolazione di Allium a fioritura autunnale, rinvenuta presso Reggio Calabria (Italia meridionale), la quale, per alcune caratteristiche vegetative e fiorali, rientra chiaramente nella sezione Allium. Le piante sono caratterizzate da un habitus robusto, foglie subcilindriche ampiamente fistolose, spata unica, caduca, slargata, con appendice fistolosa, lacerantesi lateralmente, infiorescenza globosa, densa, perianzio cilindrico con tepali conniventi, stami con filamenti laminari, dimorfi, gli esterni semplici e gli interni tricuspidati, e ovario con nettari ben sviluppati. Oltre alla fioritura tardiva (IX-X), gli individui di questa popolazione, presenti per altro in numero esiguo (<50), si differenziano nettamente da tutte le altre specie della sezione per avere la foglia superiore con la guaina che avvolge lo scapo fino all’ombrella e con il lembo dilatato alla base che avvolge parzialmente la spata immatura, simulando una sorta di seconda spata. Per questi inusuali caratteri, apparentemente unici nella sezione, è stato piuttosto semplice identificare gli esemplari a livello specifico. In accordo con Stearn (1980) e Mathew (1996), essi vanno attribuiti ad Allium chamaespathum Boiss., specie nota per alcune località dell’Albania, Grecia continentale (Attica e Peloponneso), Isole Ioniche (Corfù, Cefalonia, Zacinto), Kitera e Creta. La presenza di un elemento est-mediterraneo in Calabria non è sicuramente un fatto eccezionale, giacché altre specie balcaniche sono presenti nel territorio, come Bupleurum gracile, Fritillaria messanensis, Ptilostemon gnaphaloides, Chrysosplenium dubium, Saponaria calabrica, ecc., ma il ritrovamento di questa specie implementa il contingente di Allium d’origine orientale presente nella flora italiana (A. permixtum Guss., A. garganicum Brullo & al., A. atroviolaceum Boiss. ) Dal punto di vista cariologico, la popolazione calabra di A. chamaespathum è caratterizza da un corredo cromosomico diploide (2n=16) e da un cariotipo strutturalmente simile a quanto osservato in diverse altre popolazioni della Grecia (Bothmer 1974; Tzanoudakis 1985). In particolare, la presenza di 3 coppie di cromosomi con grossi satelliti lineari (Battaglia 1955) ovvero di tipo “sativum” (Ved Brat 1965) è una delle principali caratteristiche cariologiche del taxon; cromosomi di questo tipo, in cui la costrizione secondaria è prossima al centromero, si rinvengono in poche altre specie della sezione Allium, quali A. amethystinum Tausch, A. heldreichii Boiss., A. commutatum Guss. e A. dilatatum Zahar. (Johnson 1982; Tzanoudakis 1985). Bothmer (1972) ritiene che A. chamaespathum abbia particolari affinità con A. amethystinum Tausch, soprattutto perché entrambi hanno semi slargati ed appiattiti e non trigoni come nelle altre specie di questa sezione. In effetti, questo è l’unico carattere morfologico che accomuna le due specie, le quali per il resto risultano, invece, totalmente differenti, e andrebbe interpretato come un caso di omoplasia piuttosto che di reale correlazione filetica. Analogamente, la struttura del cariotipo è condivisa nella sezione anche da altri taxa che poco hanno in comune con A. chamaespathum. A nostro avviso, invece, come già evidenziato da Mathew (l. c.), A. chamaespathum rappresenta una specie piuttosto isolata tassonomicamente, soprattutto per lo scapo totalmente avvolto dalle guaine fogliari e per la sua fioritura tardiva , carattere questo unico nella sezione e indubbiamente connesso a condizioni paleoclimatiche prive di stagionalità, come rilevato in altre specie tardive della sezione Codonoprasum Reichenb. (Brullo & al. 2003). Questa ancestralità è supportata anche dalla distribuzione frammentata e chiaramente relittuale della specie, la quale in genere è rappresentata da popolazioni di pochi individui.