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RICCARDO GUARINO

Aspetti floristico-vegetazionali di un ambiente di torbiera delle alte Madonie e stato attuale di conservazione

  • Autori: Genduso, E.; Guarino, R.; Ilardi, V.
  • Anno di pubblicazione: 2018
  • Tipologia: Abstract in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/618596

Abstract

Le torbiere del sud Europa sono di notevole importanza biogeografica, in quanto testimonianza diretta delle rigide fluttuazioni climatiche che hanno caratterizzato il Pleistocene. Sono ambienti tutelati ai sensi della direttiva europea 92/43/CEE per la loro estrema fragilità e suscettibilità a trasformazioni irreversibili. Le torbiere sono presenti in Sicilia unicamente all’interno dei territori del Parco delle Madonie, limitatamente alle alture del complesso montuoso di natura quarzarenitica di Pizzo Catarineci - Cozzo Argentiera, nel comune di Geraci Siculo. Si riscontrano all’interno dell’orizzonte fitoclimatico dell’Ilici aquifolii-Quercetum austrotyrrhenicae Brullo & Marcenò in Brullo 1984, sempre su substrati silicei derivanti da depositi sedimentari di correnti torbiditiche riconducibili al Flysh numidico. Con riferimento alle stazioni termopluviometriche poste nei comuni prospicienti, il bioclima dell’area è ascrivibile al termotipo Supramediterraneo inferiore con ombrotipo subumido inferiore. In questo studio vengono presentati i risultati di una indagine parziale sulla componente biologico-vegetale rilevata in una torbiera ricadente in prossimità del màrcato Scaletta d’Alfano, sfuggito ai botanici del passato probabilmente perché occultata da densi nuclei monofitici di Ilex aquifolium che crescono nell’area circostante. L’analisi della florula è stata effettuata durante la primavera e l’estate del 2010. Nel corso dei rilevamenti floristici sono stati censiti in totale 80 taxa specifici e intraspecifici la maggior parte dei quali, in conseguenza della estrema specializzazione ecologica, risultano molto rari e localizzati nel territorio siciliano. Si tratta di briofite come Sphagnum sp. pl., Polytrichum commune Hedw. e piante vascolari quali Hypericum androsaemum L., Lysimachia nemorum L., Osmunda regalis L., Blechnum spicant L. (Roth),Athyrium filix-foemina (L.) Roth, Carex punctata Gaudin, C. echinata Murray., C. remota L., Deschampsia caespitosa (L.) P. Beauv. L’analisi della vegetazione delle torbiere di Scaletta d’Alfano, ha consentito di definire 3 differenti fitocenosi: aggruppamento a Osmunda regalis, aggr. del Dactylorhizo – Juncion effusi, aggr. a Carex oederi e C. punctata. I primi due aggr. sono ascrivibili all’alleanza del Dactylorhizo – Juncion effusi Brullo & Grillo 1978, l’ultimo all’alleanza del Caricion fuscae W. Koch 1926. Nel corso degli anni successivi alla data dei primi campionamenti, sono stati effettuati diversi sopralluoghi nei pressi della suddetta località, che hanno messo in luce un evidente trend di regressione delle superfici occupate dalla torbiera, culminato nel 2017 con la completa scomparsa delle comunità vegetali di questo particolare ambiente idromorfo. La causa di ciò è da imputare in prima analisi alla pressione esercitata dalla mammalofauna recentemente introdotta nell’area del parco. In particolare, l’azione fossoria dei cinghiali (Sus scrofa L.) ha determinato una notevole erosione della biodiversità floristica che caratterizza queste cenosi e ne ha compromesso irreparabilmente il substrato di crescita. Inoltre, è altamente probabile che opere di captazione idrica abbiano influito negativamente sul livello della falda freatica, similmente a quanto è avvenuto in passato per le limitrofe torbiere di Pietra Giordano. Si ritiene necessario mettere a punto delle strategie specifiche finalizzate alla valutazione dello stato di conservazione di specie, comunità ed habitat, particolarmente nel caso di quelli meno rappresentati, per evitarne la definitiva scomparsa.