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ILARIA GRIPPAUDO

Le cappelle musicali a Palermo tra Cinque e Seicento: nuovi documenti sulla Palatina

Abstract

Individuare le cappelle musicali operanti a Palermo fra Rinascimento e Barocco non è certo un compito facile. Se guardiamo al contesto della produzione musicale, non possiamo non riconoscere il ruolo vitale svolto dagli ordini religiosi nel promuovere e diffondere attivamente la musica in tutti gli strati sociali. Difatti, tali comunità erano coinvolte in modo più o meno continuativo nella promozione delle attività musicali, spesso attraverso il contributo delle cappelle di musica. Eppure, nella Palermo di Cinque e Seicento, gli organici musicali operanti nelle istituzioni ecclesiastiche assumevano forme fluide e non codificate. Nonostante ciò, numerose fonti alludono alla presenza di corpi stabili di personale che, pur non essendo designati come tali, funzionavano al pari di vere e proprie cappelle di musica. Sembrerebbe invece che le uniche cappelle musicali 'stricto sensu' fossero quelle della Cattedrale e della Cappella Reale. In particolare risulta indiscusso il ruolo musicale della Cappella Reale di San Pietro, comunemente nota come Cappella Palatina, come dimostrato da Ottavio Tiby in un suo importante contributo del 1952 ('La musica nella Real Cappella Palatina'). Altre ricerche condotte di recente presso l'Archivio di Stato di Palermo forniscono, però, un quadro più completo. Scopo di questo saggio è ricostruire le attività della cappella nel Cinquecento e nel Seicento, inquadrandole più precisamente nel contesto musicale coevo ed evidenziando il legame tra la Palatina di Palermo e la Cappella Reale di Napoli.