La collaborazione di Luigi Sturzo alla "Res Publica" di Francesco Luigi Ferrari
- Authors: Giurintano, C
- Publication year: 2010
- Type: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
- Key words: Sturzo, Francesco Luigi Ferrari, Res Publica
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/51104
Abstract
Il 12 aprile 1930, dal suo esilio londinese, Luigi Sturzo scriveva al «suo delfino» Francesco Luigi Ferrari (1889- 1933) chiedendo un preventivo per una rivista e i nomi degli eventuali collaboratori. Prendeva, così, l’avvio l’iniziativa editoriale del bimensile «Res publica», rivista di studi politici internazionali, redatta in lingua francese, destinata a durare solo diciassette mesi (dall’ottobre 1931 al febbraio 1933), ma capace di lasciare una grande lezione di cultura democratica popolare, di dare voce a intellettuali di diverse esperienze e formazioni, accomunati tutti dall’opposizione alla monocrazia partitica, dalla condanna ai regimi distruttori della libertà. «Res publica» rappresentò lo strumento internazionale per condurre il dibattito culturale sulle democrazie occidentali. La rivista invitava tutti gli scrittori italiani e stranieri ad approfittare della sua ospitalità per studiare, seguendo il metodo della libertà, i principali problemi politici. Tra i numerosi intellettuali che offrirono la propria collaborazione, vi furono Gaetano Salvemini, Carlo Sforza, Angelo Crespi, la scrittrice angloamericana Barbara Barclay Carter, fondatrice e segretaria del People and Freedom Group, lo storico inglese George P. Gooch, l’ex direttore del «Times» e collaboratore del «Sunday Times» Henry Wickham Steed, il giurista e storico francese Marcel Prélot, il senatore del Partito operaio belga Louis de Brouckère presidente della Commissione internazionale preparatoria della conferenza per il disarmo, l’ex direttore dell’«Economist» Francis W. Hirst, il belga Ernest Mahaim presidente del Consiglio di Amministrazione del Bureau International du Travail e professore all’Università di Liegi, Alfredo Mendizàbal Villalba dell’Università di Madrid, William Martin direttore del «Journal de Genève», Cecil Sprigge del «Manchester Guardian» e Jean Luchaire, direttore del «Notre Temps». La relazione fa emergere il ruolo di Sturzo, attivo collaboratore di «Res publica», vero “direttore d’orchestra” e anima della rivista che, nell’intento di Sturzo e Ferrari, doveva diventare l’organo intellettuale dell’Internazionale bianca (popolare) e lo strumento culturale di quegli italiani i quali, una volta liberati dalla dittatura fascista, si sarebbero occupati di rinnovare le idee e le istituzioni della loro patria.