Rotavirus umani ed animali di genotipo G3 responsabili di gastroenterite infantile a Palermo nel 1993-2005.
- Autori: DE GRAZIA S; GIAMMANCO GM; RAMIREZ S; AIELLO P; COLOMBA C; ARISTA S
- Anno di pubblicazione: 2008
- Tipologia: Proceedings
- Parole Chiave: Rotavirus; genotyping; gastroenterite; Palermo
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/37935
Abstract
I rotavirus di gruppo A sono i più frequenti agenti eziologici di gastroenterite virale sia nell’uomo che in numerose specie animali. Per valutare l’evoluzione di tali virus si è rivelato utile effettuare l’analisi di sequenza dei geni codificanti per le proteine del capside esterno VP7 e VP4, per la proteina del capside interno VP6 e per la proteina non strutturale NSP4. Attualmente sono stati descritti in natura: 15 genotipi G in base a VP7, 27 genotipi P in base a VP4, 4 sottogruppi VP6 e 5 genotipi NSP4. I rotavirus umani appartengono più frequentemente ai genotipi G1P[8], G3P[8] e G4P[8], che si associano con il SGII (VP6 correlato) e NSP4B, ovvero al genotipo G2P[4], associato a SGII e NSP4A. Recentemente, in Europa ed in Asia, è stato osservato un incremento nella circolazione di ceppi di rotavirus di genotipo G3, evidenziato anche a Palermo negli anni 2003 e 2005. Allo scopo di investigare l’evoluzione di rotavirus G3 isolati a Palermo dal 1993 al 2005 (57 ceppi su 1012), ne sono stati selezionati 19, rappresentativi del periodo in esame, ed è stata effettuato il sequenziamento e l’analisi filogenetica dei geni codificanti per VP7, VP4, VP6 e NSP4. Tali ceppi provenivano da bambini (<5 anni) ospedalizzati con gastroenterite acuta all’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina”. Dei ceppi analizzati, 11 sono stati tipizzati come G3P[8] SGII NSP4 B, tre come G3P[9] SGII NSP4 A e uno come G3P[3] SGI NSP4 C. Nell’albero filogenetico di VP7, i rotavirus G3P[8] erano raggruppati insieme a ceppi G3P[9] umani e felini, mentre i G3P[3] siciliani erano in un differente lineaggio insieme a ceppi canini. Le analisi filogenetiche effettuate sugli altri segmenti mostravano la suddivisione dei ceppi G3P[8] in due gruppi in rapporto all’anno di isolamento. Pertanto, il nostro studio ha permesso di accertare che i ceppi di rotavirus G3 circolanti a Palermo dal 1993 al 2005 condividevano caratteristiche comuni nei segmenti genomici analizzati, ed elusivamente mutazioni aa nella sequenza NSP4 sono state riscontrate nei ceppi del 2003 e si sono mantenute anche nel 2005. I periodici incrementi nella circolazione di ceppi G3 sembrano più legati ad una perdita di immunità nella popolazione che a mutazioni coinvolgenti determinanti antigeniche. Le sporadiche infezioni da ceppi G3 animali o da riassortanti animali/umani evidenziate nei pazienti palermitani confermano i dati di letteratura riguardo una loro scarsa tendenza a diffondere.