L’invenzione della cattedrale: intereventi di restauro nella prima metà del Novecento
- Autori: Di Fede, MS
- Anno di pubblicazione: 2010
- Tipologia: eedings
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/57519
Abstract
Nella sua monumentale opera storica dedicata alla Chiesa agrigentina, Domenico De Gregorio introduce il capitolo sulle vicende della cattedrale nel XX secolo con queste parole: «La più bella delle realizzazioni dell’episcopato di mons. Lagumina fu il restauro, o meglio, quasi la resurrezione, nelle forme primitive, della cattedrale che egli, con lungo, faticoso e dispendioso impegno, riuscì a riportare, in gran parte e dove possibile, alle linee originali, cancellate dai lavori eseguiti nei secoli antecedenti». Sono parole che permettono di individuare soprattutto due aspetti della vicenda: il primo è l’indiscusso consenso che tali interventi hanno mantenuto, durante tutto il Novecento, nell’opinione generale; il secondo è che si trattò non di un episodio circoscritto ma di una vicenda lunga e complessa, che attraversò, quasi per intero, l’episcopato di Bartolomeo Lagumina (1898-1931). Nel saggio si chiariscono la genesi della vicenda e le motivazioni che portarono i protagonisti di tale iniziativa, il vescovo Lagunima e l'architetto Giuseppe Valenti, ad operare una "restauro" assolutamente radicale della cattedrale; tale dettagliata ricostruzione è stata consentita dalla ricca documentazione rinvenuta presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma.