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GIUSEPPE DE GIOVANNI

Editoriale

Abstract

Il numero 7 di AGATHÓN raccoglie saggi, studi, ricerche e progetti sul tema dal titolo ‘Dal Mega al Nano: la Complessità del Progetto Multiscalare’, tema indissolubilmente legato alla sempre maggiore richiesta di trans e multidisplinarietà del progetto. La capacità di effettuare ‘salti di scala’, di agire su scale diverse e di costruirne di nuove o di mutare il senso di quelle comunemente accettate è una pratica comune dell’approccio al progetto, e riguarda da sempre gli architetti, gli ingegneri, i designer e gli artisti, nei molteplici significati simbolici e reali della misura di un territorio, di una città, di un’architettura e di un oggetto. I concetti di scala e di misura sono indispensabili per correlare, in un’ottica sistemica, il particolare con il generale, il dettaglio con l’insieme, per interpretare e rappresentare, per discretizzare e ricomporre elementi e parti tra loro in un rapporto di gerarchia o di interconnessione, per indagare il fisico e il sociale, per delinearne criticità e potenzialità, ma soprattutto per stabilire l’importanza degli aspetti relazionali fra l’insieme e le sue parti come chiave di lettura della loro identità, della loro natura e organizzazione, dei principi di regolazione e del ruolo svolto nei diversi contesti, ovvero di quei fattori indispensabili per individuare forma e struttura di un territorio, di una città, di un’architettura e di un oggetto. La nozione di scala in Architettura regola la dimensione dello spazio antropico, ponendo sempre come riferimento la dimensione umana. La scelta della scala è inevitabilmente una selezione concettuale di ciò che in effetti il progetto vuole rappresentare. Quando invece si utilizza la rappresentazione multiscalare si cerca di esplicitare la complessità del reale servendosi di un maggior numero di criteri regolatori e di valutazioni specifiche, non solo descrivendone gli aspetti dimensionali e geometrici, ma soprattutto evidenziandone in maniera significativa gli aspetti qualitativi e quelli legati all’identità, alla cultura e alla storia. Ciò significa che non esiste una sola scala per la rappresentazione del territorio, della città, dell’architettura, di un oggetto o di un dettaglio; tuttavia, nella logica della necessaria multiscalarità il progetto seleziona di volta in volta la scala più adeguata allo svolgimento delle pratiche. La scala, quindi, ha un’interferenza logica sul progetto: grazie agli avanzamenti della tecnologia nell’ambito della progettazione a tutti i livelli, essa probabilmente è la componente del progetto su cui maggiormente il progettista agisce coordinando relazioni reali e virtuali in maniera simultanea; queste relazioni non terminano con la concretizzazione della forma, ma continuano nel tempo e modificano la gestione della complessità propria dell’oggetto. I saggi e le ricerche pubblicati dimostrano che, se misurare usando la scala come strumento significa prendere possesso delle cose del mondo stabilendone le differenze, il fuori-misura può costituire la base per nuovi assunti teorici in cui l’infinitamente grande (il ‘mega’) e l’infinitamente piccolo (il ‘nano’) concorrono simultaneamente nella definizione di questioni centrali come la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, la resilienza, il governo del territorio, la concezione dello spazio, l’estetica, l’uso, lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e materiali, ecc. L’approccio multiscalare può quindi essere considerato un importante strumento progettuale operativo che, in un’ottica sistemica, può favorire la proposizione di adeguate strategie d’azione e di pianificazione degli interventi sostenibili, sviluppando nuove metodiche, tecniche operative e metriche condivise, attraverso ragionate gerarchie di priorità necessarie a ottimizzare le scelte del progetto e a determinare credibili bilanci costi/benefici (soprattutto di natura ambientale).