Frammenti di un immaginario figurativo
- Authors: D'Agostino, G.
- Publication year: 2015
- Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/141172
Abstract
Il contributo esplora il concetto di arte popolare e lo contrappone a quello di arte borghese e di arte colta, alla luce di quanto teorizzato negli studi di Alberto M. Cirese e Antonino Buttitta a partire dagli anni Settanta del Novecento. Nell’arte popolare a essere significativo non è il segno individuante ma la condivisione di un codice sociale, tanto a livello di espressione, quanto di contenuto. Se determinati manufatti presentano un’invariabilità di schemi che sembrano sfuggire alla dinamica dei mutamenti e delle trasformazioni indotte dai processi storici, essi tuttavia partecipano della dinamica di cambiamento, declinando un universo figurativo ancorato al presente storico. Se la funzione e la tecnica sono le caratteristiche fondamentali dei manufatti cosiddetti popolari, il processo di selezione del repertorio figurativo disponibile resta coerente con un immaginario condiviso e si colloca all’interno di più ampi processi comunicativi, i cui segni possono essere codificati e decodificati secondo i tratti formali e le strutture ideologiche che li supportano. Il saggio riprende, infine, le teorie di Néstor Garcia Canclini, sul ruolo della modernizzazione in relazione alle culture cosiddette tradizionali e la rete di connessioni più ampia cui queste sono in ogni caso riconducibili.