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FABRIZIO D'AVENIA

Partiti, clientele, diplomazia: la nomina dei vescovi di Malta dalla donazione di Carlo V alla fine del viceregno spagnolo (1530-1713)

Abstract

La donazione di Malta da parte di Carlo V all’Ordine di S. Giovanni nel 1530 stabilì anche le modalità di nomina del vescovo dell’isola, la cui sede episcopale era soggetta fin dai tempi della conquista normanna al regio patronato e dunque al diritto di presentazione da parte del re di Sicilia: proposta da parte del gran maestro al sovrano spagnolo, tramite il viceré di Sicilia, di una terna graduata di candidati, previamente votata dal Consiglio dell’Ordine, appartenenti al grado di cappellano conventuale e di cui almeno uno siciliano. Da quel momento e sino alla fine del viceregno spagnolo di Sicilia (1713), dieci vescovi si alternarono sulla sede episcopale maltese. In questi quasi due secoli è possibile individuare alcune fasi che scandirono le complesse negoziazioni tra le corti e le diplomazie di Madrid, Roma, Palermo e Malta sulla scelta e designazione del vescovo. Elementi costanti di tali contrattazioni furono, da una parte, la politica clientelare dei gran maestri dell’Ordine, mirante all’acquisizione de facto di un diritto di presentazione “delegato” alla sede episcopale maltese attraverso l’imposizione come vescovi dei loro uomini più fidati, e dall’altra, le rivalità “nazionali” interne all’Ordine, in particolare tra cavalieri francesi e cavalieri spagnoli, riproposizione del più ampio conflitto internazionale tra le due più potenti monarchie d’Europa.