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ELISABETTA DI STEFANO

Tra cielo e terra. La figura dell’artista nel Rinascimento

Abstract

Nella figura del genio romantico, oltre alla metafora rinascimentale dell’artista–dio (già ampiamente scandagliata), convergono anche altri modelli teorici. Uno di questi attinge alla categoria della feritas, quale dimensione sotto certi aspetti sub umana – se per misurare l’humanitas consideriamo il parametro della ratio – ma al contempo più ampia e più ricca per le suggestioni provenienti dalla sfera dei sensi, dell’istinto e della passione. In questo lavoro si cerca di delineare come la “bestializzazione”, ovvero la degenerazione dei comportamenti umani a uno stato selvatico, costituisca una chiave di lettura per mettere a fuoco le dinamiche simboliche che convergono a delineare l’identità dell’artista nel Rinascimento. Tuttavia, sul piano antropopoietico, questo modello rappresentativo, pur aprendo all’artista l’orizzonte della libertà creativa, risulterà perdente, poiché il paradigma attraverso cui sarà possibile l’ascesa intellettuale delle arti obbedirà al principio della ratio e della compostezza formale all’insegna dell’armonia e della grazia.