Iperestetica. Arte, natura, vita quotidiana e nuove tecnologie
- Authors: Di Stefano, E
- Publication year: 2012
- Type: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/78566
Abstract
La società odierna è caratterizzata dall’eccesso, dall’esasperata ricerca di bellezza sia psico-fisica (dalla ginnastica allo yoga, dalla moda alla cosmetica, dalla chirurgia estetica all’ingegneria genetica) sia materiale (dagli abiti agli accessori, dal telefonino all’automobile). Di fronte a questa realtà in cui l’apparenza, il piacere e il divertimento sono divenuti, in ogni campo, gli obiettivi dominanti l’estetica deve sforzarsi di superare i confini “canonici” di un’astratta speculazione accademica al fine di orientare in senso pragmatico la sfera d’indagine. Diviene, quindi, sempre più urgente individuare nuove categorie e adottare più adeguati modelli epistemologici. Da qui l’ipotesi di riconfigurare l’estetica (“iperestetica”) in senso transdisciplinare e transartistico. Lo scopo è quello comprendere la complessità dell’esperienza attraverso il dialogo con altri saperi (ecologia, biologia, sociologia, psicologia, antropologia, gastronomia), ma anche di avviare un’indagine più ricca ed esaustiva sull’arte, le cui forme non sono più (o non solamente) identificabili con l’oggetto artistico, bensì sono da rintracciare tra le pratiche della vita quotidiana. Con questo obiettivo si giustifica la scelta, forse restrittiva ma non arbitraria, di privilegiare, come chiavi di lettura per questo lavoro, le teorie di due filosofi: il pragmatista americano Richard Shusterman e il neofenomenologo tedesco Gernot Böhme, poiché entrambi rivalutano, attraverso un esplicito richiamo a Baumgarten, il valore della conoscenza sensibile. Shusterman vuole riconsiderare, in chiave filosofica, alcune pratiche corporee (cosmetica, chirurgia estetica, ginnastica, yoga ecc.) e riconoscere il valore estetico della cultura popolare. Böhme, attraverso la nuova categoria di “atmosfera”, vuole offrire strumenti interpretativi e critici con cui operare consapevolmente in molti settori del “lavoro estetico”: dal design al packaging, dalla scenografia all’architettura d’interni, dalla moda alla cosmetica, dalla comunicazione alla pubblicità. Secondo questa duplice chiave interpretativa vari ambiti della vita quotidiana (dalla natura al design, dal marketing alla politica) saranno sondati al fine di riconsiderarli alla luce di una nuova estetica pragmatica.