Everyday Objects
- Authors: Matteucci, G; Di Stefano, E; Mecacci, A
- Publication year: 2014
- Type: Curatela
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/95695
Abstract
Il presente numero di Aisthesis, che ha come titolo “Everyday Objects / Oggetti quotidiani”, muove da una constatazione di fatto. Oggi la plasmazione del gusto avviene, in misura notevole e forse preminente, attraverso il rapporto con oggetti d’uso che, a differenza delle opere d’arte celebrate da élites culturali in luoghi e tempi circoscritti (ma spesso fruite come oggetti per il consumo turistico di massa), hanno un ruolo pervasivo nelle varie attività della vita quotidiana, da quelle domestiche a quelle lavorative, al tempo libero. Tuttavia a causa della loro prosaicità gli oggetti quotidiani solo raramente sono stati al centro della riflessione filosofica. Così, nell’epoca attuale in cui l’esperienza del bello si può fruire con qualsiasi prodotto non solo artistico ma pure commerciale (dagli abiti agli accessori, dai videogiochi all’automobile ai vari prodotti tecnologici) l’estetica si trova ad affrontare nuovi orizzonti che includono le esperienze della vita quotidiana. Da qui l’idea che sia diventato urgente riflettere sullo statuto dell’oggetto d’uso, sul suo valore e significato alla luce della dialettica funzionalità/bellezza, sul suo rapporto con l’opera d’arte (a cui talvolta funge da dispositivo di attivazione, come nel caso dei tablets e degli smartphones), e sui nuovi e specifici paradigmi concettuali validi a offrirne una chiave interpretativa. Gli interrogrativi che abbiamo posto al centro del numero – e a cui gli interventi qui riuniti propongono risposte varie – sono dunque quelli stessi che, probabilmente, possono orientare la riflessione estetica sugli oggetti quotidiani: 1)qual è – se esiste – l’elemento distintivo che contrassegna gli oggetti della vita quotidiana considerati degni di particolare apprezzamento estetico? 2)come si è modificato lo statuto del design nell’epoca della presenza diffusa dell’estetico negli spazi quotidiani, privati e pubblici? 3)quali sono le trasformazioni dell’esperienza dell’arte seguite alla dislocazione della plasmazione del gusto entro l’interazione con oggetti d’uso? 4)vi è un sistema di predicazione estetica specifico che inerisce agli oggetti quotidiani, in parziale analogia con il linguaggio della critica d’arte? Le diverse questioni proposte dai diversi autori si articolano secondo uno sviluppo ben definito che, a partire da temi inerenti l'estetica della vita quotidiana, giunge ad affrontare più direttamente il peculiare statuto dell’ “oggetto” in un’epoca in cui l’esteticità sembra risolversi più in una cifra esperienziale che in una caratteristica oggettuale. Il posto dell’oggetto risulta occupato da interfacce e dispositivi che implicano il coinvolgimento, a un tempo, attivo e passivo di coloro che ne fruiscono e vi si fruiscono, e ciò sia nei momenti che impegnano la conoscenza sia nei momenti in cui si vive il proprio tempo liberato. L’impostazione del numero della rivista rispecchia tale andamento, concentrandosi dapprima sulle “pratiche” e poi sul conseguente statuto del “design” che gli oggetti quotidiani incorporano e giustificano. Peraltro, è proprio per la sua capacità di contrassegnare questa dimensione relazionale di campo che l’estetico, nell’odierna quotidianità, assume massima pregnanza ed efficacia, fino a connotare sempre più radicalmente i nostri mondi della vita.