"I terribili tremuoti" nel XVIII secolo a Palermo: dai danni alle nuove esperienze costruttive
- Authors: Campisi, T; Fatta, G
- Publication year: 2009
- Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- Key words: Palermo, sisma, XVIII secolo
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/40555
Abstract
I frequenti terremoti avvenuti nel XVIII secolo a Palermo ed i danni derivati costituirono occasioni per profonde riflessioni sulle “regole del buon costruire”. I dissesti ed i crolli imposero infatti la rivisitazione di materiali e tecniche costruttive fino ad allora impiegati e, per alcuni aspetti, dello stesso progetto strutturale. L’inerzia secolare della costruzione locale venne interrotta da pratiche talvolta ingegnose ed originali, frutto dell’incontro tra la semplicità e l’economia del cantiere palermitano e la professionalità di soggetti che dall’appartenenza ad Ordini religiosi traevano una cultura tecnica sovra-regionale, in grado di indagare più intimamente i rapporti tra cause sismiche ed effetti sulle architetture. Lo studio analizza i metodi di intervento successivi agli eventi sismici del 1726 e del 1751, dalla messa in sicurezza alle demolizioni, ai metodi di consolidamento delle parti dissestate, in stretto rapporto tra le varie tipologie di danno riscontrate e le diverse caratteristiche tecniche delle fabbriche sulle quali si andava ad operare. Dall’analisi diretta e delle carte di cantiere è possibile desumere il limitato ruolo della manualistica corrente; costretti ad attingere alle risorse tecnologiche del luogo, nell’urgenza del momento si faceva spesso ricorso a tecniche poco consuete, sperimentali o mutuate da altri contesti ma effettivamente efficaci, che verranno ampiamente utilizzate in seguito anche al di fuori dell’ambito dei danni sismici, così da costituire motore di crescita della cultura tecnica.