Building the space: vaults’ geometry and stereotomy. Materials and architectural technologies in the Mediterranean area
- Autori: Campisi, T; Saeli, M
- Anno di pubblicazione: 2018
- Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/295993
Abstract
Costruire una volta ha sempre nei secoli rappresentato un’arte pratica che si nutriva del contributo di chi operava in cantiere: indispensabile risultava la tecnica, il sapiente taglio della pietra e l’opportuna collocazione della stessa nel gioco statico dell’organismo murario. Un sapere tecnico, questo, che combinava l’estetica con la organizzazione strutturale della fabbrica costruenda; l’esperienza pratica aveva dettato a muratori e scalpellini i precetti in merito ai differenti compiti organizzativi e alle relative gerarchie degli esecutori dell’opera edilizia, all’attrezzature e alle macchine da cantiere, agli utensili e alle lavorazioni da usare, incentivando una spiccata attitudine al disegno (di architettura in genere, di figura e di ornato in dettaglio), unico ed efficace strumento di comunicazione. In area mediterranea per l’edilizia che definiremmo “diffusa” o “di base” si operavano scelte di comodo, dettate dal senso pratico di economia e sfruttamento delle risorse locali disponibili, mentre per l’edilizia di pregio – monumentale o specialisitica- l’estro creativo e la dimestichezza con le strutture che avevano i tecnici sceglievano geometrie e modalità costruttive anche sperimentali e originali; in entrambi i casi, questa dicotomia rappresenta una ricchezza e un valore aggiunto, nei secoli mai venuti meno.