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STEFANIA CROBE

La Convenzione di Faro come diritto al patrimonio culturale : comunità di pratiche e cura: prospettive per il ridisegno dei territori

  • Autori: Crobe, Stefania; Schilleci, Filippo
  • Anno di pubblicazione: 2024
  • Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/641575

Abstract

Dopo un percorso lungo quindici anni, con la ratifica in via definitiva da parte dell’Italia - lo scorso settembre 2020 - della ‘Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società’, meglio nota come ‘Convenzione di Faro’, si apre un nuovo scenario che rimarca il valore e il potenziale dell’eredità culturale come “diritto”, riconoscendo la responsabilità individuale e collettiva nei confronti del patrimonio culturale e sottolineandone l’importanza nei processi di sviluppo sostenibile e nella promozione della diversità culturale e della creatività contemporanea. Nello specifico la Convenzione di Faro promuove una visione più ampia del patrimonio culturale e del suo rapporto con le comunità, riconoscendolo come l’insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso dei valori e delle credenze. La stessa Convenzione riconosce la “comunità di eredità” quale insieme di persone che attribuiscono valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future (art.2). Con la definizione delle “comunità patrimoniali” si fa riferimento a processi collettivi e forme di salvaguardia, valorizzazione, gestione condivisa del patrimonio culturale, materiale e immateriale, che tratteggiano una nuova prospettiva in cui partecipazione attiva, attivismo civico e cura ridisegnano il presente dei territori. Si fa riferimento a “comunità di pratiche” che si muovono tra la riscoperta di un’identità dei luoghi e la costruzione di orizzonti condivisi che guardano ai territori in una prospettiva generativa. Sono questi i concetti che il presente contributo intende interrogare – nell’analisi di processi e strumenti – per coglierne le potenzialità nel contesto delle politiche di governo del territorio.