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ROBERTA COGLITORE

Soglie narrative e fotografiche in "Leggenda privata" di Michele Mari

Abstract

L’obiettivo del contributo è l’analisi delle soglie narrative e fotografiche individuate in Legenda privata di Michele Mari (2017). La prima consiste in un artificio retorico, una cornice narrativa horror-gotico-fantastica, che Mari crea per distinguere il presente della scrittura dal passato dei ricordi, ma in realtà, come tenterò qui di dimostrare, per problematizzare le questioni cruciali dell’autobiografia: incipit ed explicit della narrazione, letteratura e bios, fiction e non-fiction. A questo espediente Mari ne aggiunge un altro: l’inserimento di fotografie di famiglia, selezionate dal proprio archivio personale, e che, per la varietà dei loro autori, rivelano un’altra soglia, quella tra lo scrittore e il fotografo. Si ripropone così un tema centrale della teoria sul fototesto autobiografico, ovvero l’ipotetica identità dell’autore delle foto e della narrazione, e soprattutto la loro reciproca relazione, giocata nei termini di estraneità, coincidenza o parziale sovrapposizione. Le due soglie servono a evidenziare le criticità della scrittura autobiografica e a ridefinirne l’ambito in un territorio autofinzionale, dove le frontiere tra fattuale e finzionale, da un lato, e tra scrittura e teoria letteraria, dall’altro, sono destinate a dissolversi.