Ad infantes terrendos. Sortilegi e disordine metamorfico nell'immaginario mitico greco sull'infanzia
- Authors: cusumano, N
- Publication year: 2008
- Type: Proceedings
- Key words: mostruosità , femminile, infanzia, sessualità , metamorfosi
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/63543
Abstract
Le Lamie, le Empuse, e altre figure meno note come Ephialtes, Mormò, Gello appartengono a quello spazio rappresentativo centrato sulla maschera, veicolo di una potenza radicalmente altra che rimanda a se stessa: non sono precisamente né mito né fiaba, tuttavia esprimono una potente energia normativa rivolta a integrare nell'ordine sociale costituito. Nella loro qualità di horridae mulieres sono figure dell'instabilità e dei rischi occultati in ogni norma condivisa, figure della quotidianità esposta all'incertezza, al cedimento indotto dalla seduzione, ad un interminabile apprendimento di norme sempre in equilibrio tra memoria del passato e cambiamenti legati al futuro. Alimentando uno spazio di condivisione e dialogo, anche se perturbante e repressivo, tra bambini e adulti, consentivano ad ogni fascia d'età e in ogni fase della vita una forma importante di "conversazione sociale", una relazione aggregativa orientata all'incorporazione e alla coesione. L'universo antimorfico delle Lamie, delle Empuse e di altre figure della prescrittività e della censura tenda paradossalmente a produrre forma attraverso un procedimento di perimetrazione simbolica: narratori e pubblico nel mondo greco si confrontavano con la dimensione dell'abisso ascoltando racconti che possiamo definire di soglia.