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MARINA CALOGERA CASTIGLIONE

Scantu, cantu e cuntu in Maruzza Musumeci: un’analisi etnodialettologica

Abstract

Lo scopo di questo contributo è verificare se la scrittura di Andrea Camilleri possa essere sottoposta a una lettura etnodialettologica attraverso il riferimento ad alcuni elementi documentari ed evocativi della tradizione cultura siciliana. Così, il primo romanzo della cosiddetta trilogia fantastica, Maruzza Musumeci (2007), sarà preso come caso di studio per valutare attraverso alcuni indizi linguistici la connessione tra paura, canto e racconto orale, che costituiscono un contesto unitario nell'immaginario popolare siciliano. Grazie all'analisi dell'ipotesto etno-dialettale, Maruzza – piuttosto che essere assimilata esclusivamente ad una Sirena – appare con i lineamenti delle figure femminili che tradizionalmente incutono timore nei bambini siciliani e che certamente hanno spaventato l'autore stesso durante la sua infanzia. Tranne ad essere poi "salvati" dalle canzoni e narrazioni delle madri. In base a questo contesto unitario, si propone una etimologia della parola "scantu".