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MARCO CANNATA

Tabula non-rasa

Abstract

Prodotti dalla sfrenata ingordigia neoliberista, gli edifici incompiuti punteggiano il paesaggio italiano da Nord a Sud. Spazi reietti da ogni pianificazione, dimenticati dalle comunità, dalla politica e dal mercato, semplicemente “stanno su”, esponendo senza pudore una forma nuda che cristallizza permanentemente un momento temporaneo. Interdetta la presenza umana da diritti di proprietà, divieti, cancelli e recinzioni, gli incompiuti si animano di usi informali, talvolta illeciti, ma anche di oggetti e diverse forme di vita, animali e vegetali, che si appropriano selvaggiamente delle loro forme. Ruggine, rampicanti, insetti, graffiti, fichi d’india, calcinacci e vetri in frantumi, coesistono e si intrecciano simbioticamente con la foresta di ferri e cemento che li ospita. Nessun essere umano, ma nessun vuoto. Può l’Architettura pensare agli incompiuti come una tabula non-rasa?