Le razze umane non esistono, lo dimostra…. il colore della pelle!
- Authors: Caradonna Fabio
- Publication year: 2015
- Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/173735
Abstract
Alcune manifestazioni fenotipiche della specie umana sono tramandate di generazione in generazione secondo delle regole che apparentemente non seguono le classiche leggi di Mendel: sono i caratteri continui, un tipo particolare di ereditarietà in cui ha molta influenza l’ambiente ed anche le sue interazioni con il genoma. Solo per questi tipi particolari di caratteri è possibile definire due grandezze, l’ereditabilità e la varianza, che danno una misura di quanta sia la componente genetica e di quanto quella ambientale nella loro definizione. Studi di correlazione fra persone non imparentate e gemelli monozigoti hanno dimostrato che il carattere continuo umano “creste digitali” ha un alto valore di ereditabilità, cioè la loro ereditarietà è molto dipendente dalle informazioni genetiche mentre l’ambiente influisce pochissimo. Al contrario, invece, studi simili hanno anche dimostrato che il carattere umano “colore della pelle” ha una bassa ereditabilità, cioè viene tramandato con una bassa influenza dell’ereditarietà genetica ed una alta influenza dell’ambiente ed in particolare della radiazione solare. Stessi concetti valgono per altri caratteri distintivi delle varie popolazioni umane, quasi tutti caratteri continui, come la facies, la grandezza delle narici, delle rime palpebrali, della distanza interoculare, la forma degli occhi ed altri. Se possiamo, fra viventi superiori, definire una razza come un gruppo di individui che condivide una certa costanza di informazioni genetiche possiamo anche affermare che, almeno per il carattere colore della pelle, le razze nella specie umana non esistono. Ricordiamocelo, quando ne sentiamo parlare……”a sproposito”!