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ELISA CAVASINO

L’autonomia differenziata nella XIX legislatura : ordine logico di priorità e strumenti normativi da ripensare per l’attuazione dell’art. 116 c. 3° cost.

Abstract

La XIX legislatura è stata sinora caratterizzata dall’avvio di processi di riforma che intercettano tematiche politiche particolarmente sensibili per gli elettorati di riferimento dei gruppi parlamentari di maggioranza. Ci si sofferma qui sull’iter ed il testo del disegno di legge volto a perseguire l’obiettivo “politico” di dare attuazione all’art. 116 c. 3° Cost. mediante l’approvazione di una legge ordinaria di carattere ordinamentale, sul “modello” della l. n. 131 del 2003: il DDL n. 615, noto come “DDL Calderoli", poi approvato con modifiche. In questo contributo si analizzerà il rapporto che il DDL instaura fra definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e differenziazione, da un lato, e fra differenziazione e Costituzione finanziaria, dall’altro. L’impianto del titolo V, parte II della Costituzione richiede, innanzitutto, di procedere nell’attuazione dei principi costituzionali in materia finanziaria di una prospettiva coerente con la I parte della Costituzione, come più volte hanno ribadito la dottrina e la giurisprudenza costituzionale. Soltanto dopo la conclusione di questo percorso sarà possibile immaginare l’attuazione dell’art. 116 c. 3° Cost. In ogni caso non appare convincente anche la scelta di “differenziare” la disciplina sui LEP contenuta nel DDL. In conclusione, si muove qui una critica all’uso simbolico della funzione legislativa, che sembra sotteso a questo DDL, per alcuni aspetti privo di autonomo carattere precettivo perché meramente riproduttivo di limiti costituzionali; per altri aspetti, irrazionale sul piano della definizione dei rapporti fra le fonti e incostituzionale nelle sue prescrizioni relative ai temi qui affrontati.